giovedì 29 ottobre 2015

Di insetti, di carne e di altre sciocchezze


Ha sconvolto il mondo della malainformazione italiana l’autorizzazione dell’Unione Europea alla commercializzazione di insetti per alimentazione umana. Ovviamente l’utonto medio di internet ha già fatto partire tutto il campionario di luoghi comuni contro l’Europa, contro i burocrati, in difesa della mitica, mitologica e assolutamente sopravvalutata “dieta mediterranea” e della buona cucina (aspetto trepidante l’illuminante articolo di Carlin Petrini che ci rimanderà alla mitica età dell’oro nella quale il latte scorreva al posto dei fiumi e le abili mani delle massaie sfornavano agnolotti e tagliatelle così da sfamare i braccianti delle colline piemontesi che non rischiavano di morir di fame). La nostra enorme presunzione ci porta a trovare schifoso quello che centinaia di culture al mondo trovano assolutamente normale e cioè mangiare larve, insetti, ragni. In realtà nelle culture europee si trovano già ricette a base di questi animaletti, si va dai bachi da seta fritti tedeschi alle zuppe di maggiolini francesi e a ben pensare a certe abitudini alimentari italiane come il mitico formaggio con i vermi sardo ma che si può trovare tranquillamente in altre parti del bel paese. Siamo così ottusi e provinciali a considerare ciò che milioni di altri esseri umani trovano gustoso come un fatto aberrante eppure dovremo prima o poi fare fronte a un fatto inevitabile: la crescita del numero di abitanti della terra, si arriverà ad un punto nel quale le risorse non basteranno per tutti e la carne (la cui produzione è costosa sia da un punto di vista strettamente economico che da un punto di vista ambientale) diventerà, anzi tornerà a essere, un bene riservato a pochi eletti. A questo punto la nostra alimentazione dovrà cambiare e avremo due strade, diventare vegetariani oppure trovare le proteine la dove ci sono e quindi nelle gustose larve messicane o nelle uova di formica nera ecc... Quando si parla di alimentazione e soprattutto di alimenti tabù consiglio sempre un libro che ho scoperto per caso grazie a Piero Angela: “Buono da Mangiare” di Marvin Harris esponente di quello che viene chiamato Materialismo Culturale che è una branca dell’antropologia culturale che pone come base della propria ricerca la pratica, la quotidianità, la necessità, e che sostiene che non è la cultura a fare la necessità, ma la necessità ad elevarsi, nella maggior parte dei casi, a cultura. Tipico esempio è la vacca sacra degli indù, secondo Harris gli induisti non mangiano i bovini non perché la loro religione non lo consente ma perché il bovino è più importante come animale da lavoro e quindi ucciderlo per mangiarlo sarebbe una follia. Allo stesso modo in medio oriente dove non si trovano foreste e boschi in cui allevare suini, i maiali sarebbero competitori dell’uomo e quindi la cultura pone un tabù religioso sul suo consumo facendo in modo che di fatto a nessuno venga in mente di allevarli.
Vi consiglio di cuore di leggere questo libro e poi di ragionare sull’alimentazione in modo meno filosofico e più pratico.

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