mercoledì 4 gennaio 2017

Numeri reali contro populismo e razzismo


Sempre più la battaglia politica si gioca sul terreno dell’immigrazione e spesso spacciando per verità balle enormi, alle quali i cittadini meno attenti, meno istruiti o affetti da analfabetismo di ritorno abboccano e vanno a creare il bacino elettorale per i partiti populisti, razzisti o xenofobi.

Partiamo dal numero di immigrati sbarcati sulle nostre coste nel 2016 sono stati 181.405 (http://data.unhcr.org/mediterranean/country.php?id=105) circa 20.000 in più del 2015. Si tratta perlopiù di africani (Nigeria (21%), Eritrea (12%), Guinea, Gambia e Costa d’Avorio (7%), Senegal (6%), Sudan e Mali (5%)) e uomini (71%).

Passiamo ai numeri totali (http://www.lenius.it/quanti-sono-gli-immigrati-in-italia-e-in-europa/), in Italia al primo gennaio 2015 risultavano residenti 5.014.437 stranieri , pari all’8,2% della popolazione totale. Di questi 1.491.865 sono comunitari, il rimanente extracomunitari. Le maggiori comunità straniere presenti sono: rumena, albanese e marocchina che insieme assommano il 30,9% della presenza straniera totale.

Questi sono i dati forniti da Eurostat secondo Istat (http://www.istat.it/it/archivio/180494) al primo gennaio 2016 gli stranieri residenti in Italia sono 5.054.000 unità pari all’8,3% della popolazione totale. L’aumento di circa 40.000 è dovuto incremento dovuto interamente alle nascite di bambini stranieri sul suolo italiano (circa 63mila nel 2015), mentre i nuovi immigrati sono circa 200mila, a cui vanno tolti circa 81mila stranieri che hanno lasciato l’Italia, e 136mila soggetti che hanno ottenuto la cittadinanza italiana, e che dunque non rientrano più nel conteggio degli stranieri in Italia.
Al primo gennaio 2015 le regioni con la maggior presenza di stranieri sono Emilia-Romagna (12,1%), Lombardia (11,5%), Umbria (11%), Lazio (10,9%), Toscana (10,7%).

Con questi numeri ha ancora senso berciare di invasione? Mi pare di no soprattutto se si pensa che ci sono paesi europei con incidenze di stranieri ben più alte rispetto alle nostre (Austria 13,2%, Irlanda 11,9% ad esempio).

Prendiamo poi in esame il fattore religioso, secondo i megafoni della politica l’Italia sembra un paese avviato all’inevitabile islamizzazione, come sempre i numeri reali smentiscono in toto questa lettura; secondo il rapporto Eurispes (http://www.eurispes.eu/content/rapporti1) il 71,1% degli italiani si dichiara cristiano di confessione cattolica (praticante il 25,4%), i cittadini italiani appartenenti a minoranze religiose oggi rappresenterebbero il 2,9% della popolazione, di questi il gruppo maggiore è costituito dai cristiani protestanti (27%), cui seguono i testimoni di Geova (25,7%), i musulmani (15%), i cristiani ortodossi (9,6%), i buddhisti (9,1%), gli ebrei (2,2%), gli induisti (1,9%). In termini reali i musulmani al primo gennaio 2016 in Italia sono 245.000 (meno di protestanti e testimoni di Geova) degli oltre 5.000.000 di stranieri presenti in Italia il 53% è cristiano e solo il 32% è musulmano.

E’ evidente come queste cifre smentiscano le voci del populismo e questo senza negare che ci siano problemi di integrazione e di convivenza ma legati perlopiù alle condizioni di vita in molte periferie disagiate italiane.

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